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Le tipologie di legno sono estremamente differenti
Esistono centinaia di legnami diversi, ognuno con le proprie caratteristiche di colore, forma, consistenza e venature. Non tutti sono ideali per essere utilizzati nella produzione di infissi e per la loro lavorazione. Molti altri, invece, risultano estremamente versatili e utili per la causa.
A seconda dei diversi tipi di utilizzo si sceglie quindi una qualità di legno diverso. Il mogano, materiale molto coriaceo e scuro, ad esempio, è l’ideale per rifinire infissi raffinati e finiture di pregio. Il suo costo è infatti molto alto e risulta abbastanza raro nel mercato. Il legno è infatti un materiale cosiddetto “vivo”: ogni pezzo ha una sua storia, una vita, una provenienza unica che ne racconta le origini e le radici. Proprio come fosse un libro da scoprire.
Il rovere è invece molto usato per costruire botti dove invecchiare il vino, grazie alla sua resistenza e proprietà chimico-fisiche. L’abete è ideale per costruire qualsiasi cosa vista, la sua leggerezza e malleabilità all’incisione. E’ usato molto, per esempio, per costruire case anti-sismiche in Giappone.
Le venature del legno sono sempre diverse e riflettono proprio la vita stessa dell’albero di provenienza, con tante varietà che devono essere esaltate dalla verniciatura o della lavorazioni, senza coprirle ne nasconderle.
Chi inventò le porte?
Storicamente si attribuisce il primo utilizzo di “porte” agli entichi Egizi. All’epoca si trattava più di semplici assi di legno sovrapposte che di veri e propri infissi. La raffinatezza e la varietà delle porte fu sviluppata successivamente dai Romani, che inventarono le attuali porte moderne. Il Dio romano delle transizioni e degli inizi “Giano” era l’antico protettore dei porti e delle porte, considerati luoghi di iniziazione. Non era un caso che Gennaio prese suo nome proprio come nuovo “inizio” dell’anno.
D’altra parte, la “porta” egiziana naque come luogo di transizione dal regno dei vivi a quello dei morti nelle antiche cerimonie funebri egizie. Recenti studi hanno dimostrato che già alcune “proto-porte” esistevano addirittura nell’epoca mesopotamica, anche se non erano utilizzati materiali come il legno, adorato da romani ed egiziani. I popoli mesopotamici fissavano una trave nella parte superiore dell’ingresso e la ricoprivano di pelli per “velare” e nascondere l’interno della casa. Inoltre, funzionavano anche da protezione per caldo e freddo.
Perchè nel medioevo le finestre erano minuscole?
E’ risaputo che nell’epoca medioevale gli ingegneri e architetti dell’epoca usavano costruire case, palazzi e castelli con finestre strette e piccolissime. Ma perchè? Questo genere di infissi sono ancora osservabili nella maggior parte delle città storiche italiane che conservano ancora numerosi edifici dell’epoca.
Considerate che all’epoca si viveva prevalentemente in ambienti bui e umidi, non esisteva elettricità ne tantomeno riscaldamento artificiale. L’unica fonte di calore era data dal fuoco, che però era pericoloso per il legno e si rischiavano continuamente incendi. Le case venivano costruite, inoltre, seguendo principi di sicurezza e difesa: era infatti molto difficile guardare “dentro” le finestre, ma facile dare uno sguardo all’esterno, se vicini al foro. Era inoltre possibile scoccare frecce per difendersi e al tempo stesso risultava molto complicato essere colpiti dall’esterno.
Ma ci sono ancora due ragioni molto importanti: la prima è che il vetro era molto costoso all’epoca ed era ad esclusivo appannaggio della classe borghese e aristocratica, le finestre risultavano quindi quasi sempre aperte. Durante la pioggia e temporali, quindi, un infisso troppo grande e largo avrebbe fatto entrare pioggia e umidità in abbondanza, cosa che non succedeva con le loro piccolissime finestre.
Perchè si forma la condensa sulle finestre?
Antico problema di chiunque abbia una casa e delle finestre, per altro mai completamente risolto: la fatidica condensa sulle finestre. Ma perchè si forma?
Considerate che la temperatura esterna e quella all’interno della casa sono solitamente diverse. Quando queste due hanno un ampio “delta”, ovvero una differenza molto grande (pensate ad esempio se fuori fa molto freddo e ci sono invece i riscaldamenti accesi in casa, possono esserci anche 25 gradi di scarto), ecco che sui materiali meno assorbenti come il vetro iniziano a formarsi delle piccole goccioline che, unendosi piano piano tra di loro, danno vita a gocce più grandi che poi cadono e scivolano giù con la forza di gravità.
Come si risolve questo antico quanto annoso problema? La risposta potrà sembrarti semplicistica e banale ma… basta solo far passare aria all’interno dell’abitazione! Non ci sono trucchi o segreti, solo corrente d’aria. Quando diciamo che dovete far passare una corrente d’aria, però, non intendiamo tenere aperte tutte le finestre per ore (impossibile in inverno), basterà qualche minuto di apertura per scongiurare il pericolo di formazione di muffe.